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domenica 18 settembre 2011

L'austroungarica liberata

HO L'AUTO! HO L'AUTO!!!
Ora bisogna solo vedere se non mi viene l'ansia a guidarla...

EDIT: pare di no!

giovedì 1 settembre 2011

Miglioriamo?


a: Com'è il Belgio?
io: Piovoso.
Oggi mi sono andata a segnare per qualcosa che 2 anni fa non ho avuto il coraggio di fare.
I motivi mi sono oscuri, ma mi ricordo che per una cosetta così meschina ho avuto una crisi di ansia da far paura.
C'ho ancora un attimo d'ansia perché farò in terzo quello che avrei dovuto fare in primo, e perché la professoressa di tedesco è la stessa che mi ha fatto venire i capelli bianchi come coordinatrice Erasmus. Ma prima o poi (più prima, si spera, e soprattutto prima che la tassa diventi davvero, davvero esosa) dovrò finirla quest'università, cazzo.

sabato 25 giugno 2011

Sessione d'esami finita

Dato che, sebbene non sia proprio finita (finirà il 7), durante questa sessione d'esami non riesco a preparare più niente, posso dirmi più o meno in vacanza.
Mentre preparo la parte II del racconto lungo che mi sembra sempre più orribile, e che quindi posterò al più presto (effetto esame: prima consegno, meglio è, altrimenti finisco per ossessionarmi), anziché sentirmi in vacanza, mi piacerebbe avere il tempo di dare altri esami! Devo essere pazza, anche perché in generale un esame mi riduce lo stomaco ad un nodo e mi ammazza d'ansia. :/

Vabè, voglia di studiare, rimani, che settembre voglio che sia fruttuoso!

sabato 11 giugno 2011

Sto scribacchiando un racconto lungo...

L'originale
Sto scribacchiando un racconto lungo (credo?). Sono un po' di giorni che la mia storia infinita non mi dice più niente e il foglio volante contenente l'incipit di questo racconto (che avevo messo giù sulla base di uno dei miei famosi sogni mirabolanti. Tra l'altro, ne ho avuto uno stanotte, il mio subconscio è meglio di Stephen King) è apparso e mi ha fatto venire voglia di riscriverlo - de facto l'inizio è completamente diverso. Non è ancora finito e non so come andrà a finire, ho qualche idea ma non è chiara.

In alto stesure dei diversi libri e nella cartella rossa, i documenti
per le informazioni di base. Questi sono il sunto di molti
molti più ammassi di fogli.
Non sono una di quelli a cui piace pianificare tutto, anche perché mi piace scrivere linearmente e talvolta ho letteralmente "ansia" di scrivere certe scene. Mi sono resa conto che la stesura che speravo fosse definitiva (è improbabile visto che è ancora scritta in longhand) rimasta a metà del primo libro non mi piaceva per niente e dato che è tantissimo che ci convivo con questa storia (avevo 11 anni quando ho cominciato, allora era solo un libro, ora ne sono tipo 5... credo che 2 di essi rimarranno solo dei contenitori per l'infodump, cioè sono progettati ma non verranno scritti perché servono solo a far evolvere la storia e dare un senso a quelli più importanti - che è un modo fico per dire che non riuscirei mai a scriverli in modo interessante) mi sono chiesta: ma il mio stile ha fatto davvero così pochi progressi? Sono davvero una scrittrice così povera dopo tanti anni? Perché tutte le pagine non sono come quelle che scrivo talvolta che le leggo e dico: ma le ho scritte veramente io? No, questi devono essere i folletti che le scrivono per me mentre dormo, io non sono così brava.

EDIT: la prima parte del racconto lungo è qui

lunedì 17 gennaio 2011

Esami

È un classico. Domani ho un esame e non ho studiato la metà di quello che avrei dovuto. E non riesco a sentire l'ansia per ora. Solo domani l'ansia mostrerà il pugno. C'ho la scusa che sono in Puffonia, ma anche no...

sabato 21 agosto 2010

Rivelazioni

Credo di soffrire di ansia. Un'ansia in stato leggero, perché riesco ancora a pensare al di fuori di essa, ma anche di una certa entità perché ha avuto delle ripercussioni sul mio corpo (come saltare il ciclo, sonno strano e brutti risvegli). Dovevo immaginarmelo, perché ci sono dei precedenti in famiglia, ma è la prima volta che vedo i miei sintomi spiegati da altre persone.

La verità è che andare in Erasmus mi fa una gran paura, soprattutto perché vado da sola e nessuno mi può sostenere. Continuo a pensare che mi succederà qualcosa di brutto ma quando ho visto che altra gente ha avuto i miei stessi sintomi in giro per internet, sono riuscita a capire che non era un presentimento mistico bensì una trappola della mia mente. Pensavo di non portarmi i miei quaderni col romanzo, lassù, per cercare di non estraniarmi per analizzare ed esorcizzare le mie paure e i miei pensieri ma mi sa che mi porterò i miei inseparabili quaderni anche lì.

venerdì 6 agosto 2010

Difficoltà

Questo Erasmus mi stresserà più prima di partire che poi. O forse è un percorso in salita.
Prima la storia della non ammissione al campus e di cercarsi l'appartamento da soli (incredibilmente difficile: ci sono tonnellate di stanze, ma pochissimi sono disposti a ospitare gli studenti erasmus, specie per un solo semestre), poi l'incredibile quantità di scartoffie che devi fare, e tutte le altre beghe; queste cose posso anche capirle.
Ma c'è di più.
Non bastavano le mie ansie (di non trovarmi bene, di perdere le mie amiche, di perdere tempo magari inutilmente perché non riesco a farmi convalidare nessun esame o di non passarli addirittura, di farmi seriamente male, di scoprire una violenta allergia troppo tardi o addirittura di non tornare più a casa - sì, sono così tanto paurosa), ora ci si aggiunge anche la Belva che comincia a farmi storie perché non vuole che parta, perché le mancherei. Anche lei mi mancherebbe; la prendo in giro ma non penso ci sia una persona da cui ho imparato più cose, che ragiona più similmente a me, che valorizza la mia intelligenza e le mie capacità più di lei. Ma quanto più la partenza si avvicina, più le mie paure si moltiplicano (l'altra notte ho sognato di dimenticare di prendere l'aereo, o anche di essere già là) e di certo non ho bisogno anche delle sue ansie e dei suoi lamenti.

Oggi parlando con un amico che ormai frequento poco di questo, dopo che lui mi ha chiesto quando sarei partita (il 16 settembre) mi ha fatto: - Wow!
Rispondo: - Perché?
- Cioè, è praticamente arrivato, è adesso. - Fa lui.

Quant'è vero.